sabato 28 giugno 2008

Bergamo chiude alla musica libera !!!

Su richiesta dell'autore, volentieri aderiamo alla diffusione
A Bergamo non si può più suonare...
MUSICA NON LIBERA A BERGAMO !!!
di Diego Ancordi VENERDI 23 MAGGIO
Di ritorno da Milano per un servizio, sono andato direttamente al Caffè Letterario, dove suonava il Modal Sound Trio.A parte il trio in scena, sapevo che fra il pubblico avrei trovato altri vecchi amici che non vedo molto spesso e la cosa mi faceva piacere.Arrivato intorno alle 22,30, in via San Bernardino, ho visto che i vigili avevano chiuso la via con le macchine a lampeggianti accesi e c'era polizia in giro. Ho pensato fosse successo qualcosa, che avessero trovato chissà che in qualche appartamento, ma una volta giunto sulla porta del locale ho visto che era in atto un controllo all'interno del locale stesso.Una decina fra vigili e poliziotti avevano invaso il Caffè Letterario requisendo i documenti a tutti i presenti, attuando perquisizioni e naturalmente facendo interrompere il concerto.Mi hanno detto che il locale verrà sicuramente multato perchè una recente ordinanza del nostro sindaco proibisce nei locali l'uso di strumenti a percussione.Una disposizione di fatto già in vigore ma finora poco considerata.All'interno del BAR-LIBRERIA c'erano parecchi avventori sopra i 40 anni, tra cui una mia amica incinta (non per opera mia) e i nonni ottantenni di uno dei muscisti, subito portati via per evitare loro uno spavento eccessivo, visto l'incredibile spiegamento di forze.L'atmosfera era tranquilla e rilassata, come dovrebbe essere in un locale tranquillo dove va gente tranquilla ad ascoltare cose tranquille: fra il pubblico diversi vecchi amici si ritrovavano dopo molto tempo e regnava un'atmosfera gioviale e distesa.D'un tratto l'atmosfera allegra e serena si è trasformata in un chiaro esempio di TERRORISMO e INTIMIDAZIONE e ci si è trovati nel pieno di quella che sembrava una vera e propria retata in un covo di rapinatori albanesi: strada chiusa (!?!?!), agenti ovunque, controlli e vessazioni che ormai sono all'ordine del giorno. Nemmeno negli anni '70... La gente era sconcertata e allibita.
MA PERCHE'????? ????????? ????????? ????????? ?????
COSA HANNO FATTO??????? ??????
HANNO FATTO DEL MALE A QUALCUNO???? ????????? ?
HANNO CREATO DANNI A QUALCUNO???? ????????? ????
Controlli di tutti i documenti (compreso il mio dopo che, atteso per una ventina i minuti di entrare in un circolo culturale di cui sono socio, ho protestato perchè la cosa mi veniva impedita senza motivo) e perquisizioni in un clima da Gestapo totalmente immotivato. Un agente mi ha detto che l'iniziativa era stata disposta dal capo dell'Annonaria e un'arrogante vigilessa ha spiegato che la cosa rientra fra le iniziative annunciate nell'ambito del pacchetto sicurezza e che anche i giornali locali le avevano annunciate. Il "Pacchetto sicurezza" consiste naturalmente nell'andare a interrompere i concerti, nell'impedire ai cittadini onesti che lavorano e pagano le tasse di andarsi a bere qualcosa in un locale il venerdì sera e ascoltare un po' di Musica in santa pace. Si sa che per la sicurezza dei cittadini è bene impedire loro adunate sediziose in luoghi dove si vendono libri, si tengono incontri e presentazioni di autori e si ascolta musica, perchè è qui che nascono i malviventi!! !!!!!!!!! Evidentemente in questo posto di merda dove abbiamo la sciagura di vivere non ci sono ancora sufficienti deliquenti perchè le foze dell'ordine comincino ad occuparsi di loro invece di rompere il cazzo alla gente normale. Insomma, in questo schifo di posto dove non auguro a nessuno di essere giovane, prosegue senza sosta la criminalizzazione dei musicisti, degli appassionati di musica e dei locali dove si fa musica.La situazione è ormai insostenibile, fra poco troveremo gli agenti che arrestano pericolosi batteristi in manette, i locali saranno tutti chiusi e la città sarà finalmente in mano ai malavitosi, ai marocchini con il coltello in tasca, ai boliviani ubriachi e alle gang che già esistono anche dalle nostre parti (soprattutto composte da giovani boliviani e sudamericani portati qui a frotte dal nostro Vescovo).Quando, quindicenne, cominciai a suonare la batteria mai mi sarei aspettato, 30 anni più tardi, mentre il resto del mondo civilizzato va avanti, di VEDERMI BANDITO COME MUSICISTA DALLA MIA CITTA' e di assistere a questa situazione surreale.Abito in zona stazione, dove ormai la sera si esce di casa con circospezione e tensione.E questi pezzi di merda continuano a rendere la vita impossibile a luoghi e persone dove si fa cultura e dove si mantiene un minimo di vita all'interno di una città fantasma.Probabilmente è proprio la cultura che dà fastidio a chi comanda: la cultura rende liberi e la musica è una passione sana, ma la gente intelligente da queste parti non piace... PERO' QUESTA SERA AVREMO BOB DYLAN A BERGAMO! CHE COLPO! CHE MERAVIGLIA! CHE CITTA' ALL'AVANGUARDIA! RIEMPIAMOCI LA BOCCA E CELEBRIAMO QUESTO STRAORDINARIO EVENTO!
Nel frattempo impediamo ai nostri figli di prendere in mano uno strumento musicale, tanto qui non avranno mai possibilità di suonarlo o dovranno farlo di nascosto come dei malviventi.Perdonate lo sfogo, sono solo un appassionato di musica, critico musicale e musicista per hobby criminalizzato e pervaso da un'infinita e profonda tristezza.Quella sera sono tornato casa con un nodo alla gola senza trovare risposte al mio interrogativo: PERCHE'? Ora ci diranno che nel locale avranno trovato irregolarità (forse la presenza di un non socio?) o di avere sequestrato droga o chissà che altro.In realtà hanno trasformato in un INFERNO una serata bella, piacevole e tranquilla senza uno straccio di plausibile pretesto. Cosa che ormai succede sempre più spesso.MA PERCHE'? PERCHE'? Ma non è tutto.Quella che sta colpendo i locali dove si fa musica è una persecuzione vera e propria e riguarda tutta la nostra schifosa provincia. Vi riporto solo alcuni esempi. BERGAMO – Daragi: In occasione delle Selezioni Provinciali per il concorso nazionale Italia Wave, una pattuglia dei Carabinieri e una della Polizia Locale fanno interrompere le esibizioni alle ore 22,10.L'intervento è richiesto dal solito derelitto del piano di sopra.TORRE BOLDONE – Arci Delta House: I Carabinieri creano gravi problemi e minacciano la sospensione della licenza se non viene impedito l'ingresso ai non soci e obbligano i gestori a telefonare A ME per aggiungere nelle segnalazioni sulla pagina degli Appuntamenti dell'Eco di Bg la dicitura "ingresso riservato ai soci".BERGAMO – Druso: Da tempo vige l'assoluto divieto di far suonare strumenti a percussione. Solo roba acustica.Ma qui siamo in un condominio e la cosa può essere comprensibile.CITTA' ALTA – Chiostro di San Francesco: La sera dell'inaugurazione arriva subito la Polizia Locale e rovina l'intera stagione imponendo la chiusura alle ore 23.CURNO – Keller: Dopo anni di heavy metal in un locale dove non ci sono case e che quindi non rompe il cazzo a nessuno, arrivano le Forze dell'Ordine e interrompono la programmazione live imponendo al locale la chiusura a mezzanotte.CITTA' ALTA – Parco Sant'Agostino: un luogo splendido per i concerti, ma i ricchi delle ville sottostanti non accettano il "rumore" per qualche giorno all'anno e i residenti, che pensano Città Alta sia di loro proprietà, non vogliono gente in giro.A me, due anni fa, per un parcheggio sbagliato, tagliarono una gomma dell'auto.Quindi, quest'anno, niente più concerti a Sant'Agostino.Sono solo alcuni esempi, quelli che mi sono stati riportati.Ma sicuramente ce ne sono altri.A tutto ciò aggiungiamo la gravissima repressione fatta di controlli in ogni angolo, posti di blocco ovunque, e criminalizzazione di gente che fa cose normali nella vita, come andare a cena o a bersi una birra e per questo vedersi rovinare, sequestrare l'automezzo, eccetera.IO NON SO COME I RAGAZZI POSSANO ACCETTARE TUTTO QUESTO SENZA REAGIRE.D'ACCORDO CHE LE NUOVE GENERAZIONI SONO COMPOSTE DA SMIDOLLATI ATTRATTI SOLO DA TELEFONINI, DISCOTECHE DI MERDA E GRANDE FRATELLO, MA ANCHE LORO HANNO UNA DIGNITA' E UNA LIBERTA' DA DIFENDERE!!! !A questo punto, cari amici, credo sia necessario unire le forze e fare qualcosa per contrastare questo stato di cose.Invito musicisti e gestori di locali ad organizzarsi, ad incontrarsi in una riunione generale e propongo la costituzione di una associazione dei musicisti locali, al fine di promuovere iniziative atte a denunciare questa situazione gravissima e cercare di difendersi.Difendersi dalla criminalizzazione di cose assolutamente normali.La musica è una passione sana e non esiste che chi la fa venga trattato in questo modo.Diffondete questa mail a tutti i musicisti che conoscete, anche quelli non bergamaschi.E comunicate la vostra eventuale disponibilità ad associarsi e ad impegnarsi per organizzare iniziative di protesta.
Cazzo... ORGANIZZATEVI!!!!!!! !!!!!!!!! !!!!!!!!! !!!!!!!!! !!!!!!!!! !!!!!!!!!

Diego Ancordi,
giornalista e musicista di Bergamo, con la preghiera di diffusione

giovedì 26 giugno 2008

Pescando tra i ricordi..... Parliamo del Banco del Mutuo Soccorso

Un articolo del 13 maggio 1992 di Alessandro Staiti
pubblicato sul quotidiano "QuiGiovani"

IL CONCERTO DEL BANCO DEL MUTUO SOCCORSO A ROMA INAUGURA IL NUOVO TOUR

Un Banco in soccorso della musica italiana

oppure

Da qui, Messere si domina la valle

Tra l’entusiasmo di fans vecchi e nuovi rivivono i fasti degli anni Settanta

Il Banco del Mutuo Soccorso ha segnato la nascita del rock d’arte in Italia. Sulla scia del fenomeno inglese, negli anni Settanta sono state gettate le basi per far evolvere le nostre tradizioni al di là del più consueto schema della musica leggera: i brani si dilatano, diventano anche vere e proprie suites, i testi si ricollegano alla poesia, la tecnica strumentistica diviene un mezzo espressivo indispensabile. Al Palladium, martedì scorso, si è compreso che gli anni di piombo del rock, come sono stati definiti gli oscuri Ottanta, sono finiti e che finalmente c’è spazio per la ripresa di un discorso interrotto soltanto accidentalmente. Il Banco del Mutuo Soccorso è tornato sul palco romano per inaugurare il nuovo tour “Da qui messere si domina la valle” che li vedrà impegnati per tutta l’estate nella Penisola, in occasione della recente pubblicazione dell’omonimo cd che ripercorre album celeberrimi come “B.M.S.” e “Darwin” rivisitati e ri registrati per l’occasione. Se a prima vista, sul vinile, sembra di imbattersi in un’operazione nostalgica, dal vivo questa impressione viene subito fugata, non solo dall'entusiasmo di fans giovanissimi, ma dall’energia che Gianni Nocenzi (tastiere), Francesco Di Giacomo (voce), Pierluigi Calderoni (batteria) e Rodolfo Maltese (chitarra), (al basso, per l’occasione, l’ottimo Tiziano Ricci) sono riusciti a sprigionare. Il concerto è partito con “R.I.P.”, e subito l’atmosfera si è scaldata. Man mano che scorrevano brani come “Il ragno”, “L’evoluzione della specie”, si poteva assaporare l’incredibile vitalità delle composizioni, ormai ventennali, che non hanno perso un briciolo di attualità, e anzi hanno guadagnato dalle nuove interpretazioni che possono far tesoro dell’esperienza di professionisti ai quali funzionano bene non solo le mani e la testa, ma soprattutto il cuore. Il gruppo ha reso omaggio al pubblico eleggendolo a vero protagonista della serata e del video che è stato girato appositamente per l’occasione. Grande sorpresa per la sentita versione di “Hey Joe”, di Jimi Hendrix, unica cover della serata in omaggio non solo ad un musicista ma ad un’intera epoca d’oro per il rock. La voce di Di Giacomo era a grandissimi livelli, non ha perso nulla della dolcezza e incisività che l’ha sempre contraddistinta. Anche la chitarra di Maltese, che a tratti si è alternato alla tromba, si è fatta sentire pulita e puntuale, di grande gusto, lì dove non ha mai esagerato con assoli di maniera. Calderoni si è dimostrato un vero e proprio motorino ritmico, con un drumming fantasioso, mentre ha impressionato letteralmente l’energia e il virtuosismo di Nocenzi, vero protagonista delle tastiere. Scrosciar d’applausi alle indimenticabili e suggestive “750.000 anni fa…l’amore”, “Il giardino del mago”, “Non mi rompete”. Poi il Banco ha ripercorso i successi più orecchiabili di “Moby Dick” e “Lontano da”, per poi riproporre una incredibile ‘“Metamorfosi”. Un finale degno di un grandioso concerto quello di “Non ci siamo” e la bellissima “Traccia II”. Subito dopo il concerto abbiamo incontrato il gruppo nei camerini, affollati da vecchi amici che si congratulavano con i musicisti:
“Spero che il rapporto di stasera non sia stato di nostalgia, ma di vitalità” mi chiede Gianni Nocenzi. Siamo d’accordo con lui in pieno. “Me ne sono accorto - riprende il tastierista - quando ho riascoltato il lavoro finito dopo due anni dalla registrazione. Gli anni di piombo per la musica sono stati gli Ottanta. Usciti dalle utopie, dalle ideologie, c’è stato un grande riflusso di creatività, di contenuti. Gli artisti, anche i migliori, hanno sopravvissuto professionalmente adeguandosi a delle versioni soul o soft-soul, canzoni, come Phil Collins, Peter Gabriel, il Banco, cercando di non ammainare mai la bandiera della creatività, come abbiamo fatto con ‘Moby Dick’. Poi il Banco non si è fermato mai con l’attività live e le richieste dei giovanissimi di 15 anni, che ci chiedevano ‘Il giardino del mago’, ‘Metamorfosi’, ‘Darwin’, ci ha fatto capire che stava cambiando il vento. Sì la produzione, sì i dischi di plastica, ma una grossa fetta di pubblico mostrava di preferire il sudore, la credibilità, il muscolo. Così è partita la nostra scommessa, per vedere se gli anni Settanta sono stati vera gloria, l’unica primavera in cui la musica italiana ha realmente dialogato con l’Inghilterra e l’America. Molti artisti stranieri, come lo stesso Gabriel, ci hanno confessato personalmente che ascoltavano in quegli anni i dischi del Banco, forse più di quanto noi facessimo con loro”.
-E poi c’è un gran seguito in Giappone…
“Sì, infatti dovremo fare un nuovo l.p. di materiale inedito con un editore giapponese, che poi verrà importato anche in Italia”.
A “Big” Di Giacomo abbiamo chiesto cosa ne pensasse anche lui di questo ritorno.
“Io mi auspico, al di là del ritorno, una conferma di tanti gruppi giovani, di ragazzi che dovrebbero trovare conferma della loro forza e creatività. Chi suona deve rappresentare solo se stesso, così si è credibili.”
-Come avete fatto voi?
“Sì, anche se questo non sempre paga. Arriva la moda e ti scavalca, l’importante è reggere la botta e andare avanti con convinzione”
-D’ora in poi che direzione si muoverà il Banco, sullo stile “Moby Dick”?
“No, il Banco manterrà alcune canzoni di prestigio, ma tornerà a fare composizioni di un certo tipo, musica strumentale, suites”.
Alessandro Staiti

lunedì 23 giugno 2008

Neil Young il giovane - Firenze 22 Giugno 2008 - Mandela Forum

da Maurizio e Fulvia una bella recensione del concerto di Firenze.

Gran bel concerto che conferma l'estrema vitalita' del canadese nato nel 1945. Vena creativa intatta e moltissima voglia di suonare e cantare - che per lui sono la stessa cosa, perche' i suoi lunghissimi soli di chitarra sono estensioni e variazioni delle sue linee melodiche e ritmiche ... un altro modo di cantare insomma. Neil Young, che non avevo mai visto dal vivo, e' un musicista, un artista vero e a tutto tondo.
Sul palco erano in sei.
Per terra, tra i suoi monitor-spia e la sua pedaliera di effetti aveva due foto incorniciate come su un como'.
Accanto ai due coristi (di cui uno era la moglie Peggy Young) dietro alla prima linea dello stage, un pittore dipingeva in diretta quadri che intitolava a ciascun pezzo della set-list e che metteva ancora freschi su un cavalletto a destra del palco per annunciare il brano successivo. Una gran figata! Accanto al pittore troneggiava di profilo un mobile di antiquariato che non riuscivo a capire cosa fosse e che cosa stesse facendo li'. Solo quando Neil ci e' andato a sedere davanti per attaccare un pezzo intitolato Mother Earth, ho realizzato che era un organo a canne che dall'alto triangolava l'Hammond B3 ed il piano a coda dipinto con motivi a pastello floreali alle estremita' destra e sinistra del palco.
Naturalmente durante l'esecuzione di Old Man - il solo pezzo vecchio in scaletta insieme a The Needle and the Damage Done - sono scoppiato in sonori singulti ed evidenti lucciconi di felicita'. Non mi sareimai aspettato di riuscire ad ascoltare quei pezzi dalle labbra e dalla chitarra dell'autore nell'arco della mia merdosa vita (ndr - per Maurizio).
Siamo usciti dal Mandela Forum piu' appagati e, se possibile, piu'grassi di prima :)
Se non vi siete accattati gli ultimi album di Neil Young correte a comprarveli: E' MUSICA VERA!
Grazie a Maurizio e Fulvia

mercoledì 18 giugno 2008



UN BELLISSIMO RESOCONTO, DUE MERAVIGLIOSI CONCERTI, UNA STORIA NON DI TUTTI I GIORNI.....


Grazie Vittorio.....


............... sabato sera (14/6/2008 ndr)sono stato al Royal Festival Hall di Londra, e mi sono goduto i Massive Attack, con mia figlia, anche lei contenta alla fine. Una band di una decina di persone, un concerto preceduto da una campagna anti-Bush condivisibile, e fomentata dal fatto che il giorno dopo Bush era in visita a Londra. Io ero a fianco al palco, di lato ma in alto, quindi era come se fossi sul palco. L'acustica era pessima nel mio caso, ma la visuale era di prim'ordine. Del Naja presente costantemente alle sue macchine da DJ, il suo socioinvece che entrava e usciva dal palco come fosse un bar. Un bassista nero, basso, largo come un armadio, cattivo sulle corde come pochi. Due batterie crimsoniane, una bella chitarra, anche da queste cose si capisce che del naja ama fripp, una mega batteria di tastiere e due grandi vocalist, specie la nera, la biondina mi sembrava invece molto meno intrigante. Volume stranamente modesto, ma forse era dovuto alfatto che eravamo in un teatro piuttosto chic. I pezzi nuovi non li saprei giudicare, sentiti una volta mi hanno detto poco, ma è presumibile che, riscoltati con calma, riscuoteranno il loro successo. I brani storici, invece, hanno fatto ballare/sballare tutti. Sono da rivedere al più presto in veneto, per forza. La domenica sera invece sono stato costretto a scegliere tra i Gong, in un classico vecchio sporco puzzolente locale di periferia, e la YMO con Sakamoto nel teatro lussuoso a fianco al Royal Festival Hall. Ho scelto i Gong, mia figlia è rimasta in albergo, così ho preso la northen line (malfamata linea metropolitana, nota come la nera) e sono sceso in un popolare quartiere, di quelli molto vissuti. Devo dire che mi sono trovato benissimo, ho subito litigato con un bagarrino che voleva darmi 5 sterline per il mio secondo biglietto, alla fine, sfinito, me ne ha date 12, poi mi sono messo in coda in mezzo ad un aura di personaggi che non tutti voi potreste immaginare. Io ero sicuramente tra i più giovani. Insomma, a vedere i Gong c'eratutta gente che Aellen & Co. conoscono ormai da tempo, solo invecchiata dagli ultimi 40 anni. Bello il posto, birra a fiumi, gente tranquilla, non come da noi che se prendi un posto (in piedi) e poi fai tanto di muoverti per prendere una birra e dopo ritornarci, ti accoltellano. Io ero dietro al banco mix-luci, ed ho visto molto bene, sentito ancor meglio. Del concerto dico poche cose: la prima, un Theo Travis veramente di livello superiore, suona con una padronanza straordinaria. Magnifico David, con la babbiona che ormai fà quello che può. Stupefacente, a dir poco, il batterista di colore, non ricordo il nome ma ormai da anni è coi Gong. Sopra tutti, Howlettal basso. Credetemi, è uno dei più grandi bassisti esistenti, poi si concia come un pazzo (aveva una tunica da monatto, poi è entrata una marocchina incazzata, l'ha spogliato da terra, e lui è rimasto con la solita maglietta color argento e gli occhiali con le spirali). Nel mentre, ha ballato, saltato, ha fatto un casino dell'ostrega sempre suonando pazzescamente. Invece, Hillage e la Michetta mi sonosembrati fuori quadro. E' ovvio che quando Hillage parte con la chitarra, c'è ben poco da dire, ma è anche vero che l'ultimo tipo di musica dei Gong, secondo me, non gli si addice. Il repertorio è stato cmq molto all'insegna del passato, con un paio di pezzi nuovi molto rocchettari di Hillage. Voi tutti sapete che cultura hanno gli inglesi ai concerti. Noi siamo lontani anni luce. Anni luce. Ho messo 4 foto, ma di scarsa qualità. Ho usato la compatta di mia figlia, per un imperdonabile errore non avevo la mia Leica. Obsps. : un nanetto : sono fermo all'uscita del tube di Baker street e mi si avvicina un sessantenne dall'aria italiana; mi offre unbiglietto per quei bus scoperti che girano londra, e che sono molto utili se volete vedervi la città comodamente seduti. Mi parla subito in un ottimo italiano, ma gli chiedo lui di dov'è, lui mi dice ''sono di una piccola isola greca, che nessuno conosce''. Io, punto sul vivo per la mia passione Egea, gli dico, quale ? lui mi risponde : il nome è Castellorizo ; al che, gli rispondo : scusa, cerca di essere più preciso, Castellorizo è il nome veneziano, la tua isola si chiama in origine Megisti ! (avrete capito di che isola parlo). Insomma, dopo 10' di convulsa conversazione, voleva che alla fine del suo turno andassi a casa sua a bere un'ouzo fatto in casa e ad assaggiare della feta che gli era appena arrivata. Devo dire che ho goduto, quando, ringraziando ma andandomene, l'ho sentito dire alla sua collega inglese: cristo, questo è il primo con cui parlo in 3 annic he sà da dove vengo ! proprio vero, una fazza una razza.


Vittorio

martedì 17 giugno 2008

TONI MALCO E LA SUA “SENSAZIONE SCOMODA”




TONI MALCO E LA SUA “SENSAZIONE SCOMODA”
Il 10 giugno l’artista ha presentato il nuovo album al Teatro Greco di Roma

È tornato nel teatro del suo quartiere per presentare il nuovo album “Sensazione Scomoda” prodotto da Luigi Barion, presidente AFI. Martedì 10 giugno Toni Malco ha proposto alla affollatissima platea del Teatro Greco un piacevole mix di vecchi successi e nuovi brani, accompagnato da Stefano Zaccagnini (chitarra elettrica), Fabrizio Guarino (chitarra acustica), Adriano Lo Giudice (basso), Gianni Aquilino (tastiere), Piero Pierantozzi (batteria), Miguel Jimenez (tromba) e le vocalist Letizia Mongelli e Giada Olivetti. Presenti in sala anche Piero Calabrese, Mimmo Di Renzo, Sandro Di Loreto e Emanuela Tomasini, autori dei testi del nuovo album. Due ore di splendide canzoni, interpretate con il trasporto e la professionalità che da sempre distinguono lo stile di Malco. Uno stile che spazia dal rock melodico al pop tradizionale, quello dei grandi che in Italia hanno ricoperto un ruolo di indiscusso e intramontabile rilievo. Apre lo show l’inedita “Una storia che non vola”, sottolineata da cristallini arpeggi di chitarra, seguita dalle belle “La stagione dei perché” e “Non finisce mai”, mentre sullo sfondo scorrono le immagini dei video che accompagnano tutto il concerto. Splendida la cover di “Mio fratello è figlio unico”, indimenticato successo di Rino Gaetano, caro amico con cui Toni ha condiviso l’inizio della carriera e perfezionato il suo stile compositivo. Ancora dal nuovo album la romantica “Fuori piove”, poi la sorpresa di “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”. “Ehi”, segnata da un liquido assolo di Zaccagnini, precede l’altra cover contenuta in Sensazione Scomoda, “I giardini di marzo” di Lucio Battisti, in un’elegante versione jazz/lounge che Toni interpreta con innato feeling. Stesso sentimento che sprigiona la toccante “Sotto il cielo di Roma”, cantata come sul cd (ove è presente anche la traccia video del brano) assieme alla bella e brava Antonella Ippoliti, ospite d’eccezione della serata. Il concerto continua con la rockeggiante e inedita “Demoni e dei” (ancora un bel solo di Zaccagnini), “E poi si resta soli”, “Lo zodiaco”, “Dentro”. Ancora una cover, questa volta la bellissima “Insieme a te non ci sto più” di Paolo Conte. Chiudono lo show la canzone che dà il titolo all’album, “Sensazione scomoda”, e la dolcissima “Mentre addormento Giulia”, impreziosite dai testi di Di Loreto.

Alessandro Staiti