martedì 22 dicembre 2009

Comus here





Ho vaghi ricordi di quando uscì questo disco (1971). L’allucinata e inquietante copertina e il giudizio un po’ affrettato (e alquanto errato…) del negoziante che sperava di vendemelo: “Un po’ King Crimson, un po’ Soft Machine”. Non mi fidai, anche se il disegno sulla copertina era attraente e repulsivo allo stesso tempo. Una volta i dischi si compravano (anche) per la copertina, prima ancora di ascoltarli. Molti anni più tardi, mi capitò di ascoltare qualche nota di questo gruppo, forse in un programma radiofonico, e mi decisi ad acquistare l’LP, ma, nel frattempo, era diventato introvabile. Da allora lo vado cercando, nemmeno fosse l’Arca perduta.
Poco tempo fa, vengo a sapere che nel 2005 la Castle Music ha pubblicato un cofanetto con i primi (e unici) due album del gruppo. Non è stato facile procurarmelo, ma in Internet si riesce a trovare quasi tutto.
Attivi nei primi anni ’70, i Comus sono diventati negli anni una band di culto. Anche per via del loro scarsissimo successo commerciale, che li ha portati ad un primo scioglimento dopo l’insuccesso del primo album, e poi, ricostituitisi con una formazione leggermente diversa per un secondo album, si scioglievano (quasi…) definitivamente alla fine del 1974.
Il gruppo si è formato attorno al nucleo costituito dal duo chitarristico Roger Wootton e Glenn Goring: due studenti del “Ravensbourne college of Art” di Bromley, nel Kent. Wootton e Goring iniziano a suonare insieme, in vari folk club, nel 1967. Ai due si uniscono Chris Youle, che diventerà il manager della futura band, e Colin Pearson (violino). Nel corso degli anni, altri componenti si aggiungeranno al gruppo (la cantante Bobbie Watson, il bassista Andy Hellaby) e la musica si evolve: da un folk stile “Pentangle” ad una musica che può rientrare nel rango di “progressive”, anche se lo stesso Glenn Goring ama definirla “acid folk”.
Finalmente, nel Giugno del 1970, riescono ad ottenere un contratto per incidere il loro primo album, “First Utterance”, che esce nel Febbraio del 1971. Comus, nome scelto da Youle, può riferirsi sia ad una divinità minore della mitologia greca, figura legata alla potenza disordinata del caos, sia ad una “masque” di John Milton.  Con questo termine s'intende una forma di rappresentazione teatrale in voga nell'Inghilterra del XVI e XVII secolo. Praticamente un corteo di maschere che suonano, ballano e invitano gli spettatori a partecipare a danze e giochi. Il disegno della copertina, vero punto di forza del disco, è ispirato alla celeberrima copertina di “In The Court Of The Crimson King”, e l’autore è il chitarrista e fondatore della band, Roger Wootton. Glenn Goring disegnerà l’interno della copertina, altrettanto originale.
La formazione di questo primo album è la seguente:

•    Roger Wootton - chitarra folk, canto
•    Glenn Goring - chitarra a 6 e a 12 corde, chitarra elettrica, slide, tamburello, canto
•    Andy Hellaby - basso elettrico, basso fretless, canto
•    Colin Pearson - violino, viola
•    Rob Young - flauto, oboe, tamburello
•    Bobbie Watson - canto, percussioni

Il primo ascolto di “First Utterance” è folgorante. Le voci di Wootton (il modello è Roger Chapman dei Family) e quella acuta e cristallina di Watson si inseriscono in un insieme musicale (a volte disturbante, a volte dolcissimo) originalissimo e unico. Musica e testi sono pervasi da un’atmosfera oscura e quasi minacciosa, e le storie parlano di violenze, omicidi, disordini mentali, mentre una natura violenta domina sugli uomini, spesso inermi vittime di dei capricciosi e bastardi. Il risultato è un disco prezioso e originale come pochi. L’unico paragone che viene in mente è con “Breathe Awhile” dei semi-sconosciuti “Arcadium”, di due anni più vecchio e altrettanto raro. Molto belli i due brani lunghi (“The Herald”, con arpeggi di chitarra acustica veramente pregevoli, e “Drip Drip”), ma come dimenticare “Diana” e l’inquietante “Song To Comus”? Qualcosa del loro seme, invece, potremo ritrovarlo nei “Dead Can Dance” (ma anch’essi sono svaniti…) e negli “Space Ritual”, reincarnazione degli “Hawkwind”.
Qualche mese dopo l’uscita dell’album, complice l’insuccesso commerciale dello stesso, il gruppo si scioglie per l’abbandono di alcuni componenti (Glenn Goring, su tutti, ma anche il manager e co-fondatore Chris Youle). Tre anni più tardi, con una formazione allargata e alquanto diversa, ci riprovano e incidono, per la Virgin “To Keep From Crying”.

•    Roger Wootton - chitarra folk, canto
•    Andy Hellaby - basso elettrico, basso fretless, canto
•    Bobbie Watson - canto, percussioni
•    Lindsay Cooper - oboe
•    Philip Barry - percussioni
•    Gordon Caxon - batteria
•    Didier Malherbe - sassofono
•    Keith Hale - tastiere
•    Tim Kraemer - violoncello

Il risultato è abbastanza deludente, maggiormente se confrontato con l’eccellente esordio. Glenn Goring non c’è più e con lui sono andate le atmosfere più cupe e gli arpeggi più dolci, la voce sempre più acuta di Bobbie Watson ha preso il sopravvento su quella più ricca di sfumature di Roger Wootton, ma soprattutto è scomparso quel filo conduttore che fa di un lavoro ordinario un capolavoro unico. C’è ben poco da apprezzare in questo album: le canzoni scivolano verso un pop “americano” alquanto irritante e non bastano la maestria dei componenti (Lindsay Cooper e Didier Malherbe, su tutti) per salvare un disco da momenti a dir poco imbarazzanti. Ma nemmeno queste scelte musicali salvano i Comus da un altro disastro commerciale e relativo scioglimento.
L’esauriente cofanetto, da cui sono tratte le uppate che seguono, contiene, oltre ai due album:

•    tre brani di un mini-LP uscito prima di First Utterance;
•    un inedito dell’epoca (“All The Colours Of Darkness”, pregevolissimo);
•    due incisioni di Roger Wootton del 1974, da dimenticare.

Dopo una notte durata ben trentaquattro anni i Comus si riuniscono di nuovo il 9 Marzo del 2008 al Melloboat Festival, in Scandinavia, nella seguente formazione:

•    Roger Wootton - chitarra, canto
•    Glenn Goring - chitarra a 6 e a 12 corde, bongos
•    Andy Hellaby - basso
•    Colin Pearson - violino, viola
•    Bobbie Watson - canto, percussioni
•    Jon Seagroatt – flauto, percussioni

Comus plays again!


Song To Comus – The Complete Collection
Boxset/Compilation, released in 2005

Songs / Tracks Listing
Disc 1 (First Utterance (Dawn DNLS3019; released February 1971)) (71:50)
1. Diana (4:36)
2. The Herald (12:11)
3. Drip Drip (10:51)
4. Song to Comus (7:30)
5. The Bite (5:29)
6. Bitten (2:19)
7. The Prisoner (6:18)
8. Diana* (4:24)
9. In the Lost Queen's Eyes* (2:50)
10. Winter is a Coloured Bird* (8:01)
11. All the Colours of Darkness** (7:22)

Disc 2 (To Keep From Crying (Virgin V2018; released August 1974)) (47:53)
12. Down (Like a Movie Star) (4:07)
13. Touch Down (4:46)
14. Waves and Caves (1:34)
15. Figure In Your Dreams (3:11)
16. Children of the Universe (5:38)
17. So Long Supernova (3:22)
18. Perpetual Motion (4:07)
19. Panophany (0:31)
20. Get Yourself a Man (7:08)
21. To Keep from Crying (5:40)
22. After the Dream (1:00)
23. Fiesta Fandango*** (3:50)
24. New Tide*** (2:59)

* -- Maxi single (Dawn DNX 2506; released January 1971)
** -- Previously unreleased
*** -- Roger Wootton solo single (Virgin VS113; released November 1974)

Enjoy




lunedì 14 dicembre 2009

go, jónsi go


Jón þor birgisson (jónsi) è cantante e chitarrista del gruppo islandese Sigur Rós. Nel 2010 uscirà il suo primo disco da "solo", con la collaborazione di altri musicisti, come Alex Somers, con cui ha realizzato il recente "Riceboy Sleeps" (ne abbiamo già parlato: http://ranierus.blogspot.com/2009/11/jonsi-alex-riceboy-sleeps.html); Nico Muhli, pianista e compositore americano, che ha al suo attivo collaborazioni artistiche con Björk e Philip Glass; Samuli Kosminen, percussionista finlandese.
L'album si chiamerà "go", uscirà a Marzo (precisamente il 22) 2010 e qui sotto trovate il link per scaricare una canzone ("boy lilikoi").
Si sente di più il marchio dei Sigur Rós, rispetto all'album con Alex Somers, molto piacevole all'ascolto e, come sempre quando si tratta del gruppo islandese, si respirano atmosfere "uniche".

Enjoy

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martedì 1 dicembre 2009

Caravanserraglio III




Subito dopo l'uscita del loro secondo album, il gruppo ritorna in studio per la realizzazione di quello che sarà considerato il miglior lavoro dei Caravan, una pietra miliare del rock progressivo e, in definitiva, un capolavoro musicale. Sempre in bilico tra nonsense di sapore zappiano e melodie pop orecchiabili, adagiate su di un tappeto musicale che potremmo definire "prog-jazz" di eccellente qualità, le canzoni del disco scorrono via in un'atmosfera surreale e leggera fino al capolavoro nel capolavoro, autentico diamante di un diadema già di per sé stupendo: la suite "Nine Feet Underground", che occupava la seconda facciata dell'LP del 1971, anno di uscita di questo "In The Land Of Grey and Pink".
Due parole sulla copertina: disegnata da Anne Marie Anderson, è una delle icone del rock degli anni 70 e illustra, appunto, una terra (di mezzo?) in toni rosa e grigio. A mio avviso ha dato più di una ispirazione al regista Peter Jackson nella realizzazione della scenografia della terra degli Hobbitt per il film "Il Signore degli Anelli".
Tornando alla suite "Nine Feet Underground", si deve, probabilmente, all'intuizione del produttore David Hitchcock la fusione in questa forma di brani diversi registrati dalla band. Il risultato è un'esperienza di ascolto più unica che rara: c'è tutto il Canterbury sound in essa, ma non solo, echi che vanno dai Gentle Giant ai Colosseum, da Robert Wyatt ai Genesis, passando per i Pink Floyd. E ad ogni ascolto si scopre un'influenza, una citazione, quasi un'anteprima di qualcosa che è venuto dopo. Inutile dire che, dopo questo disco, i Caravan non hanno più raggiunto, nemmeno lontanamente, le vette toccate con questo lavoro. Del resto, David Sinclair se ne andrà poco dopo l'uscita del disco, per raggiungere Wyatt (Matching Mole) e più tardi anche Richard Sinclair abbandonerà la carovana per fondare "Hatfield & The North", una sorta di re-styling dei Caravan.

La versione che si può scaricare è stata rimasterizzata dalla DECCA/DERAM in digitale nel 2001 con l'aggiunta di materiale inedito, versioni alternative, strumentali o con liriche differenti.

Track Listing

All songs by R.Coughlan/P.Hastings/D.Sinclair/R.Sinclair, except "Aristocracy" (R.Coughlan/P.Hastings/R.Sinclair).

   1. Golf Girl
   2. Winter Wine
   3. Love to Love You (And Tonight Pigs Will Fly)
   4. In the Land of Grey and Pink
   5. Nine Feet Undergound
      a. Nigel Blows a Tune
      b. Love's a Friend
      c. Make It 76
      d. Dance of the Seven Paper Hankies
      e. Hold Grandad By the Nose
      f. Honest I Did!
      g. Disassociation
      h. 100% Proof

      Bonus Tracks:

   6. I Don't Know Its Name (Alias The Word)
   7. Aristocracy
   8. It's Likely to Have a Name Next Week
   9. Group Girl
  10. Disassociation / 100% Proof   

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martedì 24 novembre 2009

Caravanserraglio II



Il secondo capitolo del nostro caravanserraglio mi da l'occasione per citare la formazione della band. Quattro elementi fissi: David Sinclair (tastiere e voce), Richard Sinclair (basso e voce), Pye Hastings (chitarre e voce), Richard Coughlan (batteria), più Jimmy Hastings (flauto e sassofono).
Dopo alcuni problemi organizzativi, dovuti al cambio di casa discografica (l'americana Verve chiuse la sezione inglese e il gruppo approdò alla Decca), i Caravan tornarono in studio nel Settembre del 1969 per alcune sessioni di registrazione del loro nuovo lavoro. Ma le registrazioni furono sospese dopo poche settimane per consentire al gruppo di ottemperare ai numerosi contratti stipulati per esibizioni dal vivo in Inghilterra e nel resto d'Europa. In queste occasioni i Caravan divisero il palco con alcune band di grande prestigio come Pink Floyd, Yes, Nice, Colosseum, Soft Machine. Alcuni giurano di aver assistito ad una loro "jam-session" (come si diceva una volta) con Frank Zappa alla chitarra. Ripresero il lavoro nei Tangerine Studios solo nel Febbraio del '70 per completare il loro secondo album, "If I Could Do It All Over Again, I'd It All Over You", che uscì nel Settembre del 1970. Il titolo gioca sul doppio senso che assume l'espressione "to do all over" nelle due accezioni citate nel titolo stesso.
Come previsto il gruppo ha raggiunto una piena maturità artistica, tanto che il disco è stato definito "uno dei primi manuali del rock di Canterbury". Perfettamente in equilibrio tra psichedelia e "progressive" per come riescono, i Caravan, a stemperare gli aspetti più prog della loro musica (le lunghe suite, ad esempio) con momenti di autentica psichedelia, creando a loro volta un genere distintivo e personalissimo. Pregevoli tutti i brani dell'album, con una menzione particolare per le due suite, veramente emozionanti soprattutto nel momento degli attacchi di David Sinclair all'organo.
La versione "uppata" è stata ristampata su CD e rimasterizzata nel 2001 con l'aggiunta di quattro brani tra inediti e versioni alternative.

Track Listing

All songs by Richard Coughlan, Pye Hastings, Jimmy Hastings, Richard Sinclair and or Dave Sinclair.

Side one

   1. "If I Could Do It All Over Again, I'd Do It All Over You" – 3:07
   2. "And I Wish I Were Stoned / Don't Worry" – 8:20
   3. "As I Feel I Die" – 5:06
   4. "With an Ear to the Ground You Can Make It / Martinian / Only Cox / Reprise" – 9:54

Side two

   1. "Hello Hello" – 3:45
   2. "Asforteri" – 1:21
   3. "Can't Be Long Now / Francoise / For Richard / Warlock" – 14:21
   4. "Limits" – 1:35

Bonus tracks on 2001 CD rerelease

   1. "A Day in the Life of Maurice Haylett" – 5:40
   2. "Why? (And I Wish I Were Stoned) – 4:22
   3. "Clipping the 8th (Hello Hello)" – 3:13
   4. "As I Feel I Die" – 4:39


Enjoy.

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venerdì 20 novembre 2009

Caravanserraglio I




Il gruppo musicale dei "Caravan" appartiene a quella che noi, vecchi amanti della musica, conosciamo come "scuola di Canterbury". Cosa si intende con questo termine? Innanzitutto Canterbury è una delle più antiche città dell'Inghilterra. Situata nella contea del Kent, nel sud del paese è, ancora oggi, uno dei centri culturali più importanti del Regno Unito. Sede di una famosa università (University of Kent) ha visto svilupparsi, nei magici '60, un movimento musicale che ha affiancato e alimentato quel grande genere che conosciamo come "progressive". Le radici di questo movimento (o stile) vanno ricercate nel beat (siamo nei primi anni del decennio), nei primi esperimenti psichedelici e anche nella musica tradizionale (folk). La scintilla deve essere scoccata dall'incontro tra due geni purissimi, Robert Wyatt e Daevid Allen, ai quali si aggiunse Hugh Hopper per dare vita, di volta in volta con altri musicisti, a formazioni aperte, instabili, elastiche e di breve durata: Daevid Allen Trio e, soprattutto, Wilde Flowers. I componenti di questo semi-leggendario gruppo, che non incise mai un disco, hanno dato vita al nucleo di entrambe le formazioni che hanno simbolicamente costituito i due estremi della cosiddetta "scena di Canterbury": da una parte il jazz dei Soft Machine, dall'altra il versante più "psichedelico", più leggero dei Caravan.
I Caravan incidono il loro primo disco (Caravan) nell'Ottobre del 1968 a Londra; è anche il primo disco di un gruppo inglese per l'etichetta americana di Frank Zappa, la Verve.
I brani sono melodie leggere con molte influenze tardo-beat e altro (Brian Auger, Moody Blues, Syd Barrett). La voce di Richard Sinclair, peraltro, è molto simile a quella di Robert Wyatt, ma ci sono anche intuizioni musicali genuine e già distintive. Il tutto da l'impressione di una piena maturità non ancora raggiunta, ma le premesse sono buone e le promesse verranno mantenute.
L'incisione originale del 1968, abbastanza rara, è stata rieditata e rimasterizzata in digitale dalla Decca nel 2002, nelle due versioni, mono e stereo e l'aggiunta di un brano che verrà poi riproposto nel disco successivo, in una versione differente.

Track Listing

All tracks credited to Sinclair, Hastings, Coughlan & Sinclair except where noted

Side one

   1. "Place of my Own" – 4:00
   2. "Ride" – 3:41
   3. "Policeman" – 2:45
   4. "Love Song with Flute" – 4:09
   5. "Cecil Rons" – 4:05

Side two

   1. "Magic Man" – 4:01
   2. "Grandma's Lawn" – 3:23
   3. "Where but for Caravan Would I?" (Sinclair, Hastings, Coughlan, Sinclair, Hopper) – 9:01

The 2002 CD re-release included two full versions of the album, in its original mono and in stereo, and an extra track "Hello Hello" (3:12) which had originally been issued as a single.


Enjoy.

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