mercoledì 9 luglio 2008

Sigur Ros - Hvarf/Heim

“Con un ronzio nelle nostre orecchie suoniamo senza fine” Sigur Rós


Partendo dal titolo della loro ultima fatica per riscoprire un grande album....

La prima volta che ho sentito i Sigur Rós è stato nel bellissimo finale di “Vanilla Sky”, quando il protagonista, sul tetto di un grattacielo, si appresta a vivere un’altra vita.
È così che ci si sente, quando si comincia ad assaporare la loro musica.
Ci si sente altri.
Altrove.
La loro musica possiede il dono di riuscire a toccare il cuore di chi la ascolta.
Più tardi la persi.
Mi rimase una sensazione, quasi un terogusto di piacere, e niente più.
Non era tempo.
In seguito il mio amico Marco me ne parlò e mi diede anche un disco, che aveva copiato da qualche parte. Non la riconobbi. L'ascoltai distrattamente e poi persi pure il disco del mio amico.
Ancora non era tempo.
O forse sono solamente molto disordinato.
Pochi giorni fa mi spedisce l'ultimo Sigur Rós. Sempre lui, Marco, la mia guida. Ne parliamo, anche, tra poco faranno un concerto a Roma, ma i biglietti sono terminati da qualche mese. Peccato. Però la loro musica, ora, trova posto nel mio iPod. È un attimo, ritrovo quelle sensazioni perdute.
Adesso, è tempo.
Cerco i loro dischi, non mi accontento della codifica. Li trovo quasi tutti ed ora, finalmente, posso farmi toccare il cuore da quelle note.

Il doppio disco Hvarf/Heim si integra con il documentario Heima (Dean DeBlois, 2007), eletto miglior film documentario di tutti i tempi dagli internauti di IMDb, la bibbia del cinema in rete (al secondo posto c'è "Notte e nebbia" del 1955, di Alain Resnais, un capolavoro universalmente riconosciuto, tanto per capirsi...).
Hvarf ('scomparso' o anche 'rifugio') è un disco di 5 brani "elettrici" registrati in studio, Heim ('casa') è un disco di 6 brani "acustici" registrati dal vivo in Islanda insieme al quartetto d'archi Amiina, che sovente accompagna i Sigur Rós nei concerti.
Pressoché assenti le note di copertina (la track list è scritta direttamente sul CD), ma la scelta, a mio avviso, è orientata alla volontà di focalizzare l'attenzione dell'ascoltatore unicamente sulla musica e sulle due sfuggenti immagini, riprodotte anche sui CD, così da integrarli e "mimetizzarli" perfettamente con il contenitore, sempre sobrio ed elegantissimo quando si tratta dei Sigur Rós.

Il disco elettrico ha tre inediti e due canzoni già presenti sul loro primo album (il quasi introvabile "Von") ma reinterpretate in maniera diametralmente opposta: intime, notturne, nascoste in origine, ora ariose, solari, con crescendo meravigliosamente coinvolgenti. Attenzione al terzo titolo, "Í Gaer": l'attacco dopo il carillon è da brivido.

Il disco acustico non contiene inediti, anche se alcuni brani hanno un titolo diverso dall'originale, o meglio, adesso hanno un titolo, visto che "Samskeyti" era il terzo brano dell'album "senza titoli" "( )" e "Vaka" era il primo dello stesso. Fondamentale lo straordinario apporto delle quattro musiciste del gruppo Amiina. Le interpretazioni qui sono più leggere, quasi sfumate, più dolci, intime, nonostante l'esecuzione dal vivo.

Niente altro da dire, se non riportarvi una frase che ho letto a proposito di questo gruppo "...non abbiate bisogno di decenni per riconoscere che i Sigur Rós sono tra i pochi autentici grandissimi di questi anni. Oggi".
Perfettamente d'accordo.
Buon ascolto.

http://www.mediafire.com/?xy3m4pzgz2t
http://www.mediafire.com/?o2dhzm2mrxw


Raniero

1 commento:

ali lapointe ha detto...

Può sembrare strano lasciare un commento a qualcosa scritta dal proprio alter-ego, ma mi accorgo che vorrei apportare qualche precisazione, correzione, spiegazione.
Innanzi tutto, il brano che fa da colonna sonora al finale di "Vanilla Sky" (Cameron Crowe, 2001) è il quarto dell'album "( )", conosciuto anche come "Njósnavélin" o "The Spy Machine" o anche "The Nothing Song". Altre due canzoni dei SR sono presenti nella colonna musicale di questo film, tutte e due da "Ágaetis Byrjun": "Svefn-g-englar" e "Ágaetis Byrjun".
Nell'undicesima riga: terogusto=retrogusto.
La citazione finale viene da una recensione del disco "Hvarf/Heim" su Onda Rock di Raffaello Russo.
Da ultimo, alcuni links, come si dice, per saperne di più:
http://www.sigur-ros.co.uk/ (sito ufficiale dei SR, elegantissimo e ricco d'informazioni, in inglese)
http://www.ondarock.it/ (già citato, belle recensioni dei SR e altri)
http://www.heimafilm.com/ il sito del documentario "Heima".