Gran bel concerto che conferma l'estrema vitalita' del canadese nato nel 1945. Vena creativa intatta e moltissima voglia di suonare e cantare - che per lui sono la stessa cosa, perche' i suoi lunghissimi soli di chitarra sono estensioni e variazioni delle sue linee melodiche e ritmiche ... un altro modo di cantare insomma. Neil Young, che non avevo mai visto dal vivo, e' un musicista, un artista vero e a tutto tondo.
Sul palco erano in sei.
Per terra, tra i suoi monitor-spia e la sua pedaliera di effetti aveva due foto incorniciate come su un como'.
Accanto ai due coristi (di cui uno era la moglie Peggy Young) dietro alla prima linea dello stage, un pittore dipingeva in diretta quadri che intitolava a ciascun pezzo della set-list e che metteva ancora freschi su un cavalletto a destra del palco per annunciare il brano successivo. Una gran figata! Accanto al pittore troneggiava di profilo un mobile di antiquariato che non riuscivo a capire cosa fosse e che cosa stesse facendo li'. Solo quando Neil ci e' andato a sedere davanti per attaccare un pezzo intitolato Mother Earth, ho realizzato che era un organo a canne che dall'alto triangolava l'Hammond B3 ed il piano a coda dipinto con motivi a pastello floreali alle estremita' destra e sinistra del palco.
Naturalmente durante l'esecuzione di Old Man - il solo pezzo vecchio in scaletta insieme a The Needle and the Damage Done - sono scoppiato in sonori singulti ed evidenti lucciconi di felicita'. Non mi sareimai aspettato di riuscire ad ascoltare quei pezzi dalle labbra e dalla chitarra dell'autore nell'arco della mia merdosa vita (ndr - per Maurizio).
Siamo usciti dal Mandela Forum piu' appagati e, se possibile, piu'grassi di prima :)
Se non vi siete accattati gli ultimi album di Neil Young correte a comprarveli: E' MUSICA VERA!
Grazie a Maurizio e Fulvia
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