mercoledì 18 giugno 2008



UN BELLISSIMO RESOCONTO, DUE MERAVIGLIOSI CONCERTI, UNA STORIA NON DI TUTTI I GIORNI.....


Grazie Vittorio.....


............... sabato sera (14/6/2008 ndr)sono stato al Royal Festival Hall di Londra, e mi sono goduto i Massive Attack, con mia figlia, anche lei contenta alla fine. Una band di una decina di persone, un concerto preceduto da una campagna anti-Bush condivisibile, e fomentata dal fatto che il giorno dopo Bush era in visita a Londra. Io ero a fianco al palco, di lato ma in alto, quindi era come se fossi sul palco. L'acustica era pessima nel mio caso, ma la visuale era di prim'ordine. Del Naja presente costantemente alle sue macchine da DJ, il suo socioinvece che entrava e usciva dal palco come fosse un bar. Un bassista nero, basso, largo come un armadio, cattivo sulle corde come pochi. Due batterie crimsoniane, una bella chitarra, anche da queste cose si capisce che del naja ama fripp, una mega batteria di tastiere e due grandi vocalist, specie la nera, la biondina mi sembrava invece molto meno intrigante. Volume stranamente modesto, ma forse era dovuto alfatto che eravamo in un teatro piuttosto chic. I pezzi nuovi non li saprei giudicare, sentiti una volta mi hanno detto poco, ma è presumibile che, riscoltati con calma, riscuoteranno il loro successo. I brani storici, invece, hanno fatto ballare/sballare tutti. Sono da rivedere al più presto in veneto, per forza. La domenica sera invece sono stato costretto a scegliere tra i Gong, in un classico vecchio sporco puzzolente locale di periferia, e la YMO con Sakamoto nel teatro lussuoso a fianco al Royal Festival Hall. Ho scelto i Gong, mia figlia è rimasta in albergo, così ho preso la northen line (malfamata linea metropolitana, nota come la nera) e sono sceso in un popolare quartiere, di quelli molto vissuti. Devo dire che mi sono trovato benissimo, ho subito litigato con un bagarrino che voleva darmi 5 sterline per il mio secondo biglietto, alla fine, sfinito, me ne ha date 12, poi mi sono messo in coda in mezzo ad un aura di personaggi che non tutti voi potreste immaginare. Io ero sicuramente tra i più giovani. Insomma, a vedere i Gong c'eratutta gente che Aellen & Co. conoscono ormai da tempo, solo invecchiata dagli ultimi 40 anni. Bello il posto, birra a fiumi, gente tranquilla, non come da noi che se prendi un posto (in piedi) e poi fai tanto di muoverti per prendere una birra e dopo ritornarci, ti accoltellano. Io ero dietro al banco mix-luci, ed ho visto molto bene, sentito ancor meglio. Del concerto dico poche cose: la prima, un Theo Travis veramente di livello superiore, suona con una padronanza straordinaria. Magnifico David, con la babbiona che ormai fà quello che può. Stupefacente, a dir poco, il batterista di colore, non ricordo il nome ma ormai da anni è coi Gong. Sopra tutti, Howlettal basso. Credetemi, è uno dei più grandi bassisti esistenti, poi si concia come un pazzo (aveva una tunica da monatto, poi è entrata una marocchina incazzata, l'ha spogliato da terra, e lui è rimasto con la solita maglietta color argento e gli occhiali con le spirali). Nel mentre, ha ballato, saltato, ha fatto un casino dell'ostrega sempre suonando pazzescamente. Invece, Hillage e la Michetta mi sonosembrati fuori quadro. E' ovvio che quando Hillage parte con la chitarra, c'è ben poco da dire, ma è anche vero che l'ultimo tipo di musica dei Gong, secondo me, non gli si addice. Il repertorio è stato cmq molto all'insegna del passato, con un paio di pezzi nuovi molto rocchettari di Hillage. Voi tutti sapete che cultura hanno gli inglesi ai concerti. Noi siamo lontani anni luce. Anni luce. Ho messo 4 foto, ma di scarsa qualità. Ho usato la compatta di mia figlia, per un imperdonabile errore non avevo la mia Leica. Obsps. : un nanetto : sono fermo all'uscita del tube di Baker street e mi si avvicina un sessantenne dall'aria italiana; mi offre unbiglietto per quei bus scoperti che girano londra, e che sono molto utili se volete vedervi la città comodamente seduti. Mi parla subito in un ottimo italiano, ma gli chiedo lui di dov'è, lui mi dice ''sono di una piccola isola greca, che nessuno conosce''. Io, punto sul vivo per la mia passione Egea, gli dico, quale ? lui mi risponde : il nome è Castellorizo ; al che, gli rispondo : scusa, cerca di essere più preciso, Castellorizo è il nome veneziano, la tua isola si chiama in origine Megisti ! (avrete capito di che isola parlo). Insomma, dopo 10' di convulsa conversazione, voleva che alla fine del suo turno andassi a casa sua a bere un'ouzo fatto in casa e ad assaggiare della feta che gli era appena arrivata. Devo dire che ho goduto, quando, ringraziando ma andandomene, l'ho sentito dire alla sua collega inglese: cristo, questo è il primo con cui parlo in 3 annic he sà da dove vengo ! proprio vero, una fazza una razza.


Vittorio

1 commento:

ali lapointe ha detto...

Mi piace come scrive questo ragazzo. Conosco i musicisti di cui parla, non sempre ho questa fortuna... Certo che la "Yellow Magic Orchestra" con Sakamoto era parecchio stimolante, ma non si può avere tutto dalla vita... Continuate così.